Luce sull’epoca oscura.
L’immagine che si ha dell’età di mezzo è di un periodo cupo, pericoloso e retrogrado.
Cupo?
Cosa accade quando da un ambiente luminoso si entra in una stanza dalla scarsa illuminazione?
La vista è coperta da un velo nero, tanto da sembrare di essere entrati in una grotta, però, in pochi secondi, gli oggetti acquistano forme e colori, ciò che ci sembrava inesistente o trascurabile diventa interessante e addirittura bello.
E tetra è stata la prima impressione che hanno avuto gli storici agli inizi del novecento, osservando castelli o dipinti nel momento di catalogare le epoche passate.
Ed è l’immagine che avrebbe un osservatore che ipoteticamente fosse in grado di passare dalle rovine della civiltà Greca e Romana a quelle Medievali: dalle strade lastricate, dalle ville con le ampie corti, alle mura con feritoie, fossati e ponti levatoi.
Il Medioevo è stato visto come un periodo di transizione dalle abbaglianti luci dell’Età Classica e a quelle dell’Età Rinascimentale.
Tuttavia se lasciassimo abituare gli occhi alla nuova luce ed entrassimo in questi manieri. Possiamo apprezzare arazzi, affreschi dove si racconta di amori, di feste, di balli, di natura. Dove c’è luce, dove c’è gioia.
Pericoloso?
L’impero romano aveva reso l’Europa, il Mediterraneo, e parte dell’ Africa come un giardino di casa: sicuro, libero per quasi millecinquecento anni.
Le guerre erano lontane, i pericoli oltre i confini, lontani migliaia di leghe, in territori che solo alcuni cronisti riportavano, descrivendo immagini dure, che raramente toccavano il cittadino romano, dedito ad altri tipi di letture come le poesie e le fiabe.
Quando accade l’impensabile: i confini invalicabili si frantumano sotto i colpi delle scimitarre dei pirati saraceni o delle lunghe spade delle popolazioni barbare del est. Il solare popolo romano è costretto a ridimensionare il loro “mondo” in rocche e castelli.
I pericoli sono nuovamente sotto lo sguardo di tutti. Si compie un tuffo nel passato, al periodo delle Città-Stato che guerreggiavano tra loro. Di qui il senso di insicurezza.
Retrogrado?
Il Medioevo è un periodo fervido e ricco, basta scorrere l’elenco delle innovazioni.
Gli “scienziati” europei affinano le invenzioni provenienti dall’oriente come la bussola e la polvere da sparo. Gli artigiani la seta. Si inventa la porcellana e le campane. I matematici arabi introducono lo zero. Si scopre l’acido acetilico. S’inventano i ferri di cavallo e i finimenti. Si elaborano le note musicali, l’organo e le tavole trigonometriche.
Gli architetti contribuiscono con gli archi rampanti, a volta e a crociera.
A tavola fanno la loro comparsa la forchetta e molte pietanze che ancora oggi consumiamo.
Il timone, le chiuse, un primo modello di orologio, le carte da gioco e gli occhiali.
Le chiese sono una sfida di bellezza e una guerra alla forza di gravità.
Gli ordini monastici perfezionano le tecniche di coltivazione intensiva. Si creano formaggi come il gorgonzola, vini come lo spumante e le birre trappiste.
Si formano anche le prime coscienze nazionali e comunali. Si parla di libertà e uguaglianza quasi mille anni prima della rivoluzione francese. A Roma nasce il giusto e buon governo del popolo, guidato dai Banderesi.
Lo stesso codice cavalleresco è una fondamentale invenzione del medioevo, in esso si definiscono le regole del corretto comportarsi e del rispetto altrui che ancora oggi sono il fondamento delle nostre società moderne.
Qualcuno potrebbe obiettare che nel medioevo c’erano guerre, malattie o che la Morte era sempre in agguato.
E prima e dopo questo periodo?
Passeggiando tra gli scaffali, dell’immaginario archivio, in cui la Storia deposita le sue memorie, si passa dalle bibliche migrazione ebraiche al genocidio delle popolazioni precolombiane, dai nativi americani alla funesta seconda guerra mondiale.
Il medioevo è dunque un’ epoca oscura?
Articolo di Giuseppe Benevento.