Dall’Europa alle Indie dalle Americhe alla Luna…
Non è stato un cavaliere, ne re e tanto meno un santo, eppure di lui, le gesta, sono state tramandate come quelle di un eroe e sono per definizione il concetto di viaggio avventuroso.
Stiamo parlando di Marco Polo che seguendo la via della seta, infuocò il desiderio della ricerca dell’avventura, caratterizzando un epoca lunga sette secoli da una parte all’altra dell’oceano, dalla Terra alla Luna.
Marco Polo nasce, nel 1254, a Venezia da una famiglia di mercanti, originaria di Sebenico in Dalmazia. Quando era ancora un infante, il padre Niccolò e lo zio Matteo partono per un viaggio commerciale in Oriente; e si stabiliscono, dapprima, a Costantinopoli, poi a Soldaia, in Crimea, dove la famiglia Polo, fonderà una compagnia di affari. Nel loro viaggio, i fratelli Polo si spingono fino alla corte del grande Qubilai Khan, il conquistatore e unificatore della Cina, discendente dell’illustre Gengis Khan. Durante questo primo soggiorno, 1265, ottengono importanti privilegi e anche la dignità nobiliare mongola.
Nel 1269, fanno ritorno a Venezia, Marco ha quindici anni e, probabilmente, per la prima volta incontra padre e zio, restando affascinato dai loro racconti.
Nella primavera del 1271, fa di tutto per seguirli nel loro nuovo viaggio verso la Cina, partendo da Venezia con scalo in Puglia e in Terra Santa, impiegarono 4 lunghi anni per percorrere 7063 km da San Giovanni d’Acri alla corte di Qubilai. Un viaggio pericoloso attraverso decine di tribù e regni, dove evitano assalti di briganti e guerre religiose. Alla corte del Khan, Marco conquista, grazie alle sue doti amministrative e gestionali, i favori dell’imperatore e assolve importanti incarichi come ispezionare le regioni al confine del Tibet e lo Yün-nan. E’ elevato al rango di informatore ed ambasciatore personale del Qubilai presso tutti i popoli dell’impero. E’ con questo titolo che Marco è menzionato nel Milione.
Nel 1278, è governatore di Hang-chou, capitale, sotto la dinastia dei Sung, del reame dei Mangi, carica che coprirà per un decennio.
La nostalgia di casa inizia a farsi sentire, sulla soglia del ventennale dalla loro partenza, nel 1292 i Polo salpano dal porto di Zaitun per il viaggio di ritorno in patria via mare.
Nel 1295, sulle coste croate, quasi alle porte di casa, in una delle tante battaglie navali che a quel tempo avvenivano tra veneziani e genovesi, Marco cade prigioniero.
Inizia per Marco un altro lungo viaggio di tre anni che lo porterà in varie tappe fino alle carceri di Genova, dove nel 1298 conoscerà Rustichello, scrittore e autore pisano, con cui scriverà il Milione, il libro che narrerà i 25 anni del viaggio dei Polo in Cina.
Ratificata la pace tra veneziani e genovesi, il primo luglio 1299, Marco è libero e fa ritorno a Venezia, dove sposa Donata (probabilmente della famiglia Loredano), da cui ha tre figlie.
Fino alla morte, si occuperà con lo zio Matteo di affari e commercio, oltre che alla diffusione del suo libro.
Il 9 gennaio 1324 Marco firma il suo testamento, testamento che, insieme con altri documenti, attesta come le proprietà dei Polo fossero in realtà più limitate rispetto alle meravigliose ricchezze che venivano attribuite loro. La modesta casa della famiglia, nell’odierna Corte del Milion, ne dà conferma.
Tuttavia il testamento morale è ben più ampio. Gli eredi sono Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci, Vasco Da Gama, James Cook, Neil Armstrong i più grandi esploratori della umanità, della Terra e dello Spazio che non si sono fermati di fronte il muro dell’impossibile e come loro, altri che ci porteranno oltre i confini delle nostre conoscenze.